venerdì 9 ottobre 2009

Una domanda


Il governo ombra del Partito Democratico, che fine ha fatto?

Ricordiamone la composizione:

Segretario nazionale del PD Walter Veltroni
Affari Esteri e Italiani nel mondo Piero Fassino
Interno Marco Minniti
Lavoro, Salute e Politiche Sociali Enrico Letta
Economia e Finanze Pier Luigi Bersani
Giustizia Lanfranco Tenaglia
Sviluppo Economico Matteo Colaninno
Difesa Roberta Pinotti
Infrastrutture e Trasporti Andrea Martella
Istruzione, Università e Ricerca Maria Pia Garavaglia
Politiche Agricole e Forestali Alfonso Andria
Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare Ermete Realacci
Beni e Attività Culturali Vincenzo Cerami
Comunicazione Giovanna Melandri
Riforme per il Federalismo Sergio Chiamparino
Rapporti con le Regioni Mariangela Bastico
Attuazione del Programma di Governo Michele Ventura
Pari Opportunità Vittoria Franco
Politiche per i Giovani Pina Picierno
Semplificazione Normativa Beatrice Magnolfi
Politiche Comunitarie Maria Paola Merloni
Pubblica Amministrazione e Innovazione Linda Lanzillotta
Vicesegretario nazionale del PD Dario Franceschini
Capogruppo al Senato della Repubblica Anna Finocchiaro
Capogruppo alla Camera dei Deputati Antonello Soro
Coordinatore Enrico Morando
Portavoce Ricardo Franco Levi

Tutta questa gente, dov'è finita? A farsi i cazzi propri? Ormai non se ne sente più parlare, che sia imploso con la fine del brucaliffo? Che forse Bersani è più interessato alla poltrona (quella più alta) che al ministero ombra dell'Economia e Finanze? Forse avevamo ragione noi a dargli dei ciarlatani. Forse...

- dieci, cento, mille, zitelle petulanti -

lunedì 5 ottobre 2009

Letenox per tutti



Articolo dal Fatto Quotidiano n°10 del 3 ottobre 2009:
l bicchiere di cristallo va in mille pezzi. Una ragazza sorride. Occhi blu che si spalancano nella camera: “La mia mente era prigioniera di un orribile ricordo che oggi ho cancellato. Letenox è il sedativo memoriale che ha rimosso il mio trauma. E tu cosa aspetti?”.
Per ora il Letenox è uno spot pubblicitario (in onda sul canale Current della piattaforma Sky) e un sito Internet che promette, per il 22 gennaio prossimo, il miraggio dell'oblio. Del suo principio attivo - l'UR 147 - poche tracce, anche on line. Come della casa farmaceutica che lo dovrebbe distribuire. Così, intrappolata nella rete insieme a un piccolo mistero, resta l’eco di quella promessa: eliminare un dolore. Quale male può venire dal cancellare un male?
Se potesse rispondere Eschilo, per esempio, ci direbbe più o meno questo: chi sarebbe stato Oreste, se avesse dimenticato l'assassinio del padre, magari grazie a un Letenox ante-litteram? Un uomo che aveva perduto lo scopo della sua vita. “Tutta la tragedia non esisterebbe”, spiega lo psicanalista junghiano Luigi Zoja. "La tragedia greca è la forma superiore di letteratura, impronta di sè tutte le altre. L’epica e la poesia, per esempio. Ma la tragedia è l'unica che rappresenta davvero la vicenda umana, perché termina con la malattia e la morte. E include la complessità dell’ambivalenza. Il suo valore sta in questo, esattamente come per la psicoanalisi. La psicoanalisi non aderisce alle scienze naturali, ma è una forma narrativa: quello che fa la differenza, nelle sedute, è restituire non un ordine interpretativo, ma narrativo. La psicoanalisi è un discorso sull’uomo e sulla vita, mentre la vita accade. Le altre forme di narrazione sono prevalentemente lontane da questo modello. Quelle moderne, persino il romanzo, tendono spesso all'happy ending. Ma è una semplificazione pericolosa. Ricordo la recensione di un film di Spielberg, Salvate il soldato Ryan, sul New York review of books. Interessante perché notava come nella scena dello sbarco in Normandia si mostrava solo la morte, atroce, di qualche soldato americano. I tedeschi, i nemici, morivano in quantità e quasi senza dolore.
E' la contrapposizione buoni/cattivi. La tragedia invece mostra come muoiono i nemici. Penso ai Persiani: alle atmosfere cupe, alla sofferenza di Dario, alla descrizione desolata degli sconfitti, abbandonati in mare, privi di aiuto". Fotografia millenaria, spaventosamente vicina, al largo di un mare che molti faticano a dire ancora nostrum, quando è attraversato contromano da fantasmi in attesa di respingimento. Quel che non si vede, non si sente: forse è per questo si vedono pochi gommoni e aspiranti clandestini morti nei nostri zuccherosi tg. Un modo per declinare consapevolezze più fastidiose delle immagini all’ora di pranzo. La deresponsabilizzazione sembra essere la condizione ideale dell’uomo contemporaneo. Distrazione e assenza di responsabilità: combinato disposto per la narcosi emotiva. Se al cocktail si aggiunge anche un po’ di smemoratezza per via chimica, che succede? “Il principio di responsabilità è un’interessante angolatura da cui affrontare questo problema, che è prima di tutto un problema etico”, continua Zoja. “Proviamo a traslare il quesito sul sedativo memoriale dalla psiche al corpo. Picchiare qualcuno fino a renderlo invalido, è molto diverso dal lasciargli una lieve ecchimosi. Lo è anche dal punto di vista del diritto. Sapere che qualcosa può fare “reset” di un’esperienza traumatica cambia anche il profilo della responsabilità dell’individuo”. E socialmente? Divertirsi da morire (Neil Postman, edizioni Reset) è un libro datato, ma per niente invecchiato. “Stare attaccati alla televisione è un anestetico, ma è temporaneo. Che ha una controindicazione: fa perdere la capacità di elaborare il tempo. Se osserviamo i bambini, ci rendiamo conto di come si possono accorciare i tempi, per esempio quelli dell’apprendimento. Basta mettere un bimbo di fronte a un computer. I tempi che non si possono accorciare sono quelli delle decisioni. La semplificazione dei processi decisionali elimina la componente morale delle scelte, quindi si agisce sempre più per automatismi. Il progresso velocizza tutto, ma non, per esempio, la consapevolezza di una perdita”.
Il lutto e l'abbandono sono i traumi più diffusi: la rimozione di questi dolori è stata condannata dalla psicoanalisi, che tende alla loro rielaborazione. “Basta pensare al divieto di risposarsi per le vedove, alla simbologia dell'abito nero. Un modo per dimostrare il rispetto per chi se n'era andato, il suo continuare a vivere nella non sostituzione con un’altra persona. In generale, al di là della questione simbolica del lutto, si è passati dalla impossibilità di ricominciare a vivere dopo una perdita, alla necessità di ricominciare subito. Senza quell'elaborazione del lutto che fu tanto cara a Freud. Nel mondo post-moderno ricominciare è molto facile. Anzi: le persone si sentono sbagliate se non reagiscono istantaneamente al dolore, c'è un sentimento diffuso di inadeguatezza. Ma la vita è tragica. E la rappresentazione televisiva è sempre più falsata".
Dimenticare: è vero, a volte ha il profumo di un balsamo. Come la prospettiva del sonno, che non a caso è il temporaneo cessare della coscienza. Dimenticare però è insidioso. Il dolore della perdita può essere una ferita impossibile da rimarginare. Specie se non segue la scala naturale (prima se ne vanno i nonni, poi i genitori). Ma il cancellino della memoria avrebbe, in questo caso, un costo inaccettabile: dimenticare la persona che ci manca. Il peggior torto che si possa fare a chi ci è stato accanto: il buio oltre la morte.
di Silvia Truzzi da Il Fatto Quotidiano n°10 del 3 ottobre 2009

Tutto molto bello, tutto molto interessante, Eschilo, Spielberg, Zoja, i problemi della vita, la tragedia di Dario. Un unico problema, il Letenox è una clamorosa bufala (è la pubblicità di una fiction), la giornalista in questione, alla ricerca di scoop ecco che cade nel tranello e, comportamento tipico femminile, non smentisce. E' da due giorni che vagabondo per siti internet ridendo in faccia a censori convinti che sia la nuda e cruda realtà solo per vedere i miei post eliminati. E' incredibile notare come, anche questo sia, per molti blogger, colpa di Berlusconi. Aprite Google, cercate "Letenox" e fatevi grosse risate anche voi. Ovviamente alla faccia de "Il Fatto", il giornale che riporta i fatti, si, come no? Non serviva nemmeno una telefonata, bastava (come nel mio caso) una passata su un motore di ricerca a caso. In realtà, certa gente a sinistra già stava preparando le ordinazioni, per farci dimenticare le porcherie degli anni passati.
Domanda, ma libertà di stampa vuol dire chiedere dei soldi alla gente per pubblicare tali ciofeche?

- dieci, cento, mille, Vittorio Feltri -

domenica 4 ottobre 2009

Picche e teste mozzate


Anni fa mi capitò per le mani un libro, Gomorra. Lo lessi, mi piacque, anche se scritto in modo abbastanza semplicistico, le storie ivi contenute raffiguravano una Campania buona da bruciare, mi è rimasta impressa una frase, riporto a memoria,"Le Beretta 9x che per qualche sconosciuto motivo vengono chiamate dai camorristi M9". Ora, senza farla troppo lunga e difficile, se non lo sai, basta usare Google per scoprire che M9 è la codifica della Beretta 9x negli Stati Uniti, ci rimasi male, una nota stonata in un libro carino. Poi scoprii, ascoltai, l'autore, uno dei peggio comunisti paraocchiuti che la nostra Repubblica abbia mai ospitato.
Questo bellimbusto ieri arringava la folla dal palco di Piazza del Popolo a Roma.
Trecentomila partecipanti, dicono loro, circa sessantamila, dice la questura, una volta semplicemente raddoppiavano, ora non è più così, c'è la crisi, anche loro si stanno adeguando, ma, ne abbiamo già parlato.
Argomento principe di questo week end, la libertà di stampa.
Il fatto che, secondo i soliti bei faccioni (Concita De Gregorio in primis), Berlusconi non potrebbe portare in giudizio (civile) L'Unità, a causa del Lodo Alfano, blatera (ad Annozero e Ballarò) di una fantomatica par condicio in campo legale, non sa la Concita che il Lodo Alfano protegge il nostro beneamato Lìder (o meglio, le 4 più alte cariche dello stato) da processi di natura penale? Secondo me lo sa ma fa finta di nulla e tira dritto per la sua strada. Tanto di beoti che le danno retta ce ne sono fin troppi. Di conseguenza, la par condicio, seguendo il di lei ragionamento, verrebbe rispettata. Come ha detto il buon Belpietro ad Annozero paragonandola alla D'Addario (che è stata candidata per i suoi favori sessuali, dicono loro) "Si vede che lei è più brillante di te". Soprassediamo, il fatto di essere donna, comunista e direttrice de L'Unità sono già tre discriminanti sufficientemente pesanti.
Fosse finita qui, ricordo come fosse ieri la querela, poi ritirata, a Giorgio Forattini da parte di D'Alema riguardo il dossier Mitrokhin, il punto, è che tutti questi bei simpaticoni schierati in piazza per sostenere una libertà di stampa pressoché assodata, son quelli che campano a suon di querele, Di Pietro in testa, seguito da D'Alema, Prodi, Dini e chi più ne ha più ne metta.
Io la chiamo ipocrisia, persone meno educate userebbero termini diversi, persone meno civili avrebbero già risolto il problema tramite l'utilizzo corde e nodi scorsoi.
Veniamo all'argomento clou della giornata, Napolitano, presidente che, vista l'estrazione politica, al tempo della sua elezione mi fece storcere il naso ma che, con il passare dei mesi, si dimostra migliore di tanti suoi predecessori.
In visita a Rionero mentre un cittadinotto con vaghe conoscenze riguardo al funzionamento della promulgazione delle leggi in Italia gli chiede di non firmare per lo scudo fiscale risponde:
"Non firmare non significa niente. Nella Costituzione c'è scritto che il presidente promulga le leggi. Se non firmo oggi il parlamento rivota un'altra volta la stessa legge ed è scritto che a quel punto io sono obbligato a firmare. Questo voi non lo sapete? Se mi dite non firmare, non significa niente"
Questa frase, che andrebbe sbattuta in faccia a Di Pietro ed ai suoi sostenitori m'ha fatto pensare, è possibile che il pueblo non sia a conoscenza del funzionamento del governo e si faccia abbindolare dai soliti politici e giornalisti manipolatori della verità? Si, è fin troppo possibile, la maggioranza, relativa e senza premio degli italiani non sa nulla, vede la politica come una partita di calcio, è di sinistra perchè i loro valori morali sono superiori e, se si scopre che Sircana va a travestiti non è un problema. Bisognerebbe promulgare una campagna per l'informazione del comune cittadino (pueblo) riguardo i meccanismi politici, introdurre lo studio della costituzione nelle scuole. Chiaramente mi rendo conto che un .300 Ultra Magnum costa molto meno.
Ora, un minimo di ragionamento è necessario.

art. 290 Codice Penale
Vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze armate
Chiunque pubblicamente vilipende la Repubblica, le assemblee legislative o una di queste, ovvero il Governo, o la Corte costituzionale, o l'ordine giudiziario è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000.
Giusto per citarne quattro. E pensare che c'è gente che lo stima, che crede in lui, che pende dalle sue labbra. Il bel paese è pieno di gente ignorante e disinformata. Informarla è inutile, questi sedicenti sinistrorsi non vogliono sapere qual'è la verità, c'è gente che difende Beppe Grillo con frasi quali "I suoi spettacoli costano tanto ma lui usa quei soldi per difenderci, non per comprarsi ville o barche". Finchè rimbambiti di tal specie rimarranno a piede libero e non con le teste mozzate affisse su picche alle porte delle città, come possiamo solo sperare che le "cose" si sistemino?

Una su tutte, ma la CGIL e gli insegnati disoccupati, che ci facevano ieri in piazza? Solidarietà o antiberlusconismo?

- dieci, cento, mille, Maurizio Belpietro -