lunedì 5 ottobre 2009

Letenox per tutti



Articolo dal Fatto Quotidiano n°10 del 3 ottobre 2009:
l bicchiere di cristallo va in mille pezzi. Una ragazza sorride. Occhi blu che si spalancano nella camera: “La mia mente era prigioniera di un orribile ricordo che oggi ho cancellato. Letenox è il sedativo memoriale che ha rimosso il mio trauma. E tu cosa aspetti?”.
Per ora il Letenox è uno spot pubblicitario (in onda sul canale Current della piattaforma Sky) e un sito Internet che promette, per il 22 gennaio prossimo, il miraggio dell'oblio. Del suo principio attivo - l'UR 147 - poche tracce, anche on line. Come della casa farmaceutica che lo dovrebbe distribuire. Così, intrappolata nella rete insieme a un piccolo mistero, resta l’eco di quella promessa: eliminare un dolore. Quale male può venire dal cancellare un male?
Se potesse rispondere Eschilo, per esempio, ci direbbe più o meno questo: chi sarebbe stato Oreste, se avesse dimenticato l'assassinio del padre, magari grazie a un Letenox ante-litteram? Un uomo che aveva perduto lo scopo della sua vita. “Tutta la tragedia non esisterebbe”, spiega lo psicanalista junghiano Luigi Zoja. "La tragedia greca è la forma superiore di letteratura, impronta di sè tutte le altre. L’epica e la poesia, per esempio. Ma la tragedia è l'unica che rappresenta davvero la vicenda umana, perché termina con la malattia e la morte. E include la complessità dell’ambivalenza. Il suo valore sta in questo, esattamente come per la psicoanalisi. La psicoanalisi non aderisce alle scienze naturali, ma è una forma narrativa: quello che fa la differenza, nelle sedute, è restituire non un ordine interpretativo, ma narrativo. La psicoanalisi è un discorso sull’uomo e sulla vita, mentre la vita accade. Le altre forme di narrazione sono prevalentemente lontane da questo modello. Quelle moderne, persino il romanzo, tendono spesso all'happy ending. Ma è una semplificazione pericolosa. Ricordo la recensione di un film di Spielberg, Salvate il soldato Ryan, sul New York review of books. Interessante perché notava come nella scena dello sbarco in Normandia si mostrava solo la morte, atroce, di qualche soldato americano. I tedeschi, i nemici, morivano in quantità e quasi senza dolore.
E' la contrapposizione buoni/cattivi. La tragedia invece mostra come muoiono i nemici. Penso ai Persiani: alle atmosfere cupe, alla sofferenza di Dario, alla descrizione desolata degli sconfitti, abbandonati in mare, privi di aiuto". Fotografia millenaria, spaventosamente vicina, al largo di un mare che molti faticano a dire ancora nostrum, quando è attraversato contromano da fantasmi in attesa di respingimento. Quel che non si vede, non si sente: forse è per questo si vedono pochi gommoni e aspiranti clandestini morti nei nostri zuccherosi tg. Un modo per declinare consapevolezze più fastidiose delle immagini all’ora di pranzo. La deresponsabilizzazione sembra essere la condizione ideale dell’uomo contemporaneo. Distrazione e assenza di responsabilità: combinato disposto per la narcosi emotiva. Se al cocktail si aggiunge anche un po’ di smemoratezza per via chimica, che succede? “Il principio di responsabilità è un’interessante angolatura da cui affrontare questo problema, che è prima di tutto un problema etico”, continua Zoja. “Proviamo a traslare il quesito sul sedativo memoriale dalla psiche al corpo. Picchiare qualcuno fino a renderlo invalido, è molto diverso dal lasciargli una lieve ecchimosi. Lo è anche dal punto di vista del diritto. Sapere che qualcosa può fare “reset” di un’esperienza traumatica cambia anche il profilo della responsabilità dell’individuo”. E socialmente? Divertirsi da morire (Neil Postman, edizioni Reset) è un libro datato, ma per niente invecchiato. “Stare attaccati alla televisione è un anestetico, ma è temporaneo. Che ha una controindicazione: fa perdere la capacità di elaborare il tempo. Se osserviamo i bambini, ci rendiamo conto di come si possono accorciare i tempi, per esempio quelli dell’apprendimento. Basta mettere un bimbo di fronte a un computer. I tempi che non si possono accorciare sono quelli delle decisioni. La semplificazione dei processi decisionali elimina la componente morale delle scelte, quindi si agisce sempre più per automatismi. Il progresso velocizza tutto, ma non, per esempio, la consapevolezza di una perdita”.
Il lutto e l'abbandono sono i traumi più diffusi: la rimozione di questi dolori è stata condannata dalla psicoanalisi, che tende alla loro rielaborazione. “Basta pensare al divieto di risposarsi per le vedove, alla simbologia dell'abito nero. Un modo per dimostrare il rispetto per chi se n'era andato, il suo continuare a vivere nella non sostituzione con un’altra persona. In generale, al di là della questione simbolica del lutto, si è passati dalla impossibilità di ricominciare a vivere dopo una perdita, alla necessità di ricominciare subito. Senza quell'elaborazione del lutto che fu tanto cara a Freud. Nel mondo post-moderno ricominciare è molto facile. Anzi: le persone si sentono sbagliate se non reagiscono istantaneamente al dolore, c'è un sentimento diffuso di inadeguatezza. Ma la vita è tragica. E la rappresentazione televisiva è sempre più falsata".
Dimenticare: è vero, a volte ha il profumo di un balsamo. Come la prospettiva del sonno, che non a caso è il temporaneo cessare della coscienza. Dimenticare però è insidioso. Il dolore della perdita può essere una ferita impossibile da rimarginare. Specie se non segue la scala naturale (prima se ne vanno i nonni, poi i genitori). Ma il cancellino della memoria avrebbe, in questo caso, un costo inaccettabile: dimenticare la persona che ci manca. Il peggior torto che si possa fare a chi ci è stato accanto: il buio oltre la morte.
di Silvia Truzzi da Il Fatto Quotidiano n°10 del 3 ottobre 2009

Tutto molto bello, tutto molto interessante, Eschilo, Spielberg, Zoja, i problemi della vita, la tragedia di Dario. Un unico problema, il Letenox è una clamorosa bufala (è la pubblicità di una fiction), la giornalista in questione, alla ricerca di scoop ecco che cade nel tranello e, comportamento tipico femminile, non smentisce. E' da due giorni che vagabondo per siti internet ridendo in faccia a censori convinti che sia la nuda e cruda realtà solo per vedere i miei post eliminati. E' incredibile notare come, anche questo sia, per molti blogger, colpa di Berlusconi. Aprite Google, cercate "Letenox" e fatevi grosse risate anche voi. Ovviamente alla faccia de "Il Fatto", il giornale che riporta i fatti, si, come no? Non serviva nemmeno una telefonata, bastava (come nel mio caso) una passata su un motore di ricerca a caso. In realtà, certa gente a sinistra già stava preparando le ordinazioni, per farci dimenticare le porcherie degli anni passati.
Domanda, ma libertà di stampa vuol dire chiedere dei soldi alla gente per pubblicare tali ciofeche?

- dieci, cento, mille, Vittorio Feltri -

12 commenti:

Unknown ha detto...

Liberta' di stampa significa essere all'estero, come me, e vedere il mondo intero SCHIFATO da berlusconi.

schifato non significa comunista.

mondo intero non significa gruppetto di compagni.

e aggiungo, schifato non significa "che legge solo repubblica".

dove sto io i giornalisti partono, arrivano, indagano sul posto. non chiedono a repubblica.

liberta' di stampa significa dare l'informazione adatta a capire che, ora, in italia c'e' una dittatura mediatica.

Vegard ha detto...

Sono d'accordo con te, una schifosissima dittatura mediatica, di sinistra...
Io sono SCHIFATO dal nobel per la pace ad Obama, ma che ci posso fare? Spero nella CIA...

Unknown ha detto...

sulla dittatura mediatica di sinistra ho qualche personale perplessita'.

ho letto in questi giorni apposta i seguenti giornali:

il corriere della sera - spazio a marina berlusconi che difende silvio, scandagliato a fondo, nessun attacco, ma nessuno proprio, a berlusconi.

il giornale: c'e' bisogno che dica che non e' contro il premier?

il resto del carlino: non mi sembra avere in atto alcuna crociata, anzi, leggo una frase dell'editorialista che dice "Siamo alle solite: basta che Silvio dica 'bau' e subito si scatena la tempesta"

la padania non la cito nemmeno, non e' di certo contro il premier a giudicare da quanto leggo..

il foglio non lo cito nemmeno, non e' di certo contro il premier a giudicare da quanto leggo..

comprendo non sia richiesto un elenco a tutti i costi.. ma.. dove sarebbe questa dittatura di sinistra?

anzi, dove sarebbe la sinistra, in italia?

Vegard ha detto...

Aggiungi anche Libero a questo simpatico elenco.
Ma non so, il Fatto? Repubblica, il Sole 24 Ore? Il Messaggero? La Stampa? Continuo?

Unknown ha detto...

ma si.. se ti va continua..
libero e' un altro dei giornali che ho letto, ma come ho scritto non li elenco tutti, continua tu se vuoi..

da italiano all'estero ho voluto provare a leggere nel dettaglio cosa si scrive in italia, su vari quotidiani. il mio livello cognitivo (non da sinistroide) non mi suggerisce attacchi studiati al premier berlusconi. in sincerita'.

anzi, vedo di fatto una narrazione sterile di fatti che un po' mi intristisce, altro che faziosita'..

vorresti illustrarmi in maniera completa quali e quanti attacchi e da quali altri giornali subirebbe quotidianamente silvio?

a me, ad esempio, sembra ben difeso in tv da fede e vespa, che a loro volta non mi sembrano vittime dei compagni, anzi.

santoro.. si.. ho visto le trasmissioni.. ma altre, in tutta onesta', contro berlusconi non ne ho viste.

dove sta tutta sta dittatura mediatica di sinistra? non si capisce manco piu chi e' la sinistra! ma non solo in italia, a dirla tutta.. tutto questo mondo di comunsti dov'e'?

p.s. sul nobel ad obama sono perplesso anch'io

Vegard ha detto...

Una domanda, sei all'estero? Dove?

Unknown ha detto...

potrei dirti svizzera, ma sarebbe vero solo in parte, o meglio, solo ora.

dovrei dirti che vivo in svizzera, ma la settimana scorsa vivevo in inghilterra, il mese scorso in germania, e dovrei farti un elenco piu' lungo di quanto fosse quello dei giornali di qualche commento fa..

Zor ha detto...

Ecco un altro che non sa un cazzo e pontifica.
Cos'è che fanno i giornalisti esteri?
Vanno sul posto, indagano e non chiedono a repubblica?
Succede proprio il contrario!

Sorvoliamo sulla enorme panzana che hai scritto a proposito del corriere.
Perlomeno quello online.
Peccato non poter reperire la home page degli ultimi giorni, altrimenti ti farei vedere come almeno mezza pagina fosse interamente dedicata ad articoli contro Silvio il Magnifico.
Dall'alto verso il basso, tutti uno in fila all'altro.
L'intervento di Marina Berlusconi era, ovviamente, solo dopo...

Quanto alla stampa estera, ammesso che tu viva o abbia vissuto davvero all'estero, dovresti sapere che Repubblica arriva pressoché ovunque, poi trovi il corriere e infine, se ti va bene, trovi la gazzetta, giusto perchè è rosa e incuriosisce.

Non hai poi la minima idea di come funziona la stampa estera in Italia.
Partiamo dai corrispondenti, raccolti nell'associazione della stampa estera, appunto.
Tra gli ultimi presidenti si annoverano Marcelle Padovani, moglie di Bruno Trentin (ex segretario CGIL, parlamentare europeo nelle file dei ds) e nota per le sue posizioni decisamente di sinistra, corrispondente francese, Eric Kusch, corrispondente crucco, già candidato alle europee con i democratici.
Altra giornalista con la doppia veste di corrispondente e politica è Tana de Zulueta, Corrispondente dell'Economist e del Guardian, eletta fin dal 1996 nelle file dell'ulivo e, credo, trombata alle ultime elezioni dopo il passaggio con i verdi.
Ci ricordiamo tutti i servizi dell'Economist su Silvio.
Tra l'altro, l'Economist era l'unico straccio di pubblicazione serio rimasto agli inglesi.
Altro che modello anglosassone.
Il prestigioso Times, ora tabloid, recentemente si è segnalato per una intervista taroccata sul caso Noemi, che altro non era se non un collage di articoli nostrani con la particolarità di aver tradotto una frase (mai pronunciata al giornalista) della mamma di Noemi da "Spero che il Signore (Dio) possa fare per mia figlia ciò che non ha potuto fare per me" a "Spero che Berlusconi possa fare per mia figlia ciò che non ha potuto fare per me" alludendo a chissà quali rapporti e favori.
Ora, tutti noi riconosciamo in Silvio un uomo dotato ma scambiarlo per Dio onnipotente...

Lo stesso corrispondente, Richard Owen, ha scritto una serie di altre vaccate che non mi dilungo a raccontare ma di cui si trova traccia.

Sempre quest'estate, l'inviata del Daily Mail sbaglia, per così dire, anche lei la traduzione di un'intervista, guardacaso a Noemi Letizia, e trasforma "Sono fatta così, mi piace dare nomignoli affettuosi alle persone a cui voglio bene, quindi ne ho dato uno pure a Silvio, perché sono un tipo dolce" in "I call Silvio daddy because he’s so sweet", gurdacaso alludendo anche stavolta a rapporti di un certo tipo.
Forti 'sti inglesi.
Se avessi dubbi c'è il video dell'intervista...

I corrispondenti esteri in Italia sono una cerchia autoreferenziale di radical chic che passano le giornate nei salotti romani sempre con le stesse persone, che poi sono anche le loro fonti.
Sul campo, come dici tu, non ci vanno quasi mai.

Zor ha detto...

Famose sono le proteste di Eric Joszef, corrispondente per Liberation e giornalista di sinistra, eletto anche lui ala presidenza della stampa estera dalla quale se ne è andato sbattendo la porta.
Tentò una riforma dell'associazione visto che in sostanza non è altro che "un palcoscenico per quelli che aspirano ad avere cariche", un luogo usato più per fare feste che uno strumento di lavoro, dove "I grandi giornali sono associati ma totalmente disinteressati all'Associazione della stampa estera. Generalmente i corrispondenti lavorano fuori, vengono solo di tanto in tanto [...]
Alla base dell'Associazione stampa estera invece c'è solo un privilegio: ha una sede al centro di Roma, un ufficio, personale a disposizione, tutte le comodità. E tutto è pagato con i finanziamenti dello stato italiano. Per questo tutti i giornalisti vanno lì, c'è un interesse meramente materiale [...]
se vuoi riformare la stampa estera metti il dito su alcuni privilegi."
Sono ormai palesi le scopiazzature dei giornali esteri che pescano a mani basse da Repubblica, Unità, Espresso e pubblicano senza verificare e poi, il giorno dopo, in Italia ripubblicano con l'aura dell'autorevolezza della stampa estera.
Esempio?
Il famoso caso delle presunte intercettazioni sulla Carfagna che si dice essere state pubblicate dal Clarin.
Il Clarin riprese nient'altro che un articolo di Repubblica, citando pure.
E in Italia cos'è successo?
Nei giorni seguenti ovviamente si ripubblica l'articolo del Clarin come prova provata della veridicità della vicenda.
Che poi fosse tutto originato da un fantadialogo pseudosatirico, inventato da un ragazzo e pubblicato sul suo blog è del tutto irrilevante....

Ma gli esempi sono tantissimi e stranamente non li scoverai mai senza abbassarti a leggere anche fogliacci come "Il Giornale", "Il Foglio" e via discorrendo.

Unknown ha detto...

Uhm.. Guarda ti assicuro che rileggendo il mio commento non ci troverai la pretesa di pontificare, ma di capire, semmai.

Se per te non capisco niente di stampa é perche tu leggi i quotidiani esteri online e non quelli cartacei..

Reperiscili e trova tutti i nomi di antiberlusconisti che hai elencato.. Cerca.. Non parlo di articoli letti da loro.

L'elenco di giornali italiani era incompleto, l'ho scritto. Maleducatamente dici che pontifico e scrivo puttanate, opinione a parte, che brutto modo di discutete.. Quel che ho letto lo so, e deduco che sei cosi disinteressato nel discutere e conoscere l'altrui idea, preferisci difendere a spada tratta il premier da un non-attacco come il mio a scapito del dialogo, che a me servirebbe a capire.

Sai gia tutto. Cosa ho letto, chi ho letto, i nomi dei comunisti..

Che mi frega del tuo elenco di compagni sinistroido giornalistici, se non sai nemmeno cosa diavolo ho letto?

Bah, ignorami che preferisco.

Qualcun'altro vuole cercare di farmi capire senza aver gia un giudizio negativo su di me solo perche mi sembra diverso da cio che vedo?

Grazie.

P.S. Compagno? Mai! Ma "giocando in casa" (il blog tende a destra no?) non mi sarei mai aspettato una risposta simile..

Vegard ha detto...

"Liberta' di stampa significa essere all'estero, come me, e vedere il mondo intero SCHIFATO da berlusconi."

"dove sto io i giornalisti partono, arrivano, indagano sul posto. non chiedono a repubblica."

"Se per te non capisco niente di stampa é perche tu leggi i quotidiani esteri online e non quelli cartacei.. "

"Bah, ignorami che preferisco."

"Qualcun'altro vuole cercare di farmi capire senza aver gia un giudizio negativo su di me solo perche mi sembra diverso da cio che vedo?"

A me pare che l'analisi di Zor riguardo il comportamento dei giornalisti stranieri sia piuttosto completa ed esaustiva...

Unknown ha detto...

mi fido anche dell'analisi fatta, ma non ci sono solo quei giornali al mondo (sebbene si sia messa in dubbio la mia migrazione) scopro, ad esempio, certe bombe tirate a tremonti e berlusconi da un domenicale (il mattino della domenica) pubblicato in canton ticino, dalla "lega dei ticinesi", vedi il sito cercando su google, di certo lontano dalla sinistra..

Il problema che mi attanaglia, per farla breve, é un dubbio:

Io ho sempre creduto che attuare una campagna denigratoria sia, abbiamo sicuramente gli esempi, ficcare nelle notizie opinioni denigratorie. Ripeto, ne abbiamo chiarissimi esempi. Dare notizie di per se mi sembra poco diffamatorio! Quindi mi chiedo, e mi ripeto nuovamente, avendo in un congruo periodo letto diversi giornali, se cio che ho letto, ovvero per la maggior parte definibili un semplice narrare fatti, possa essere definito campagna denigratoria.. Certo, repubblica, ma non é la stragrande maggioranza, in italia, suvvia! A me proprio non sembra..

Salvatemi, io fatico a vederla la campagna denigratoria (e badate non ho giudicato ne intendo giudicare l'uomo)..


P.s.: a Perth, scozia, repubblica non l'ho trovato..
P.p.s.: zor, pero non ti arrabbiare con me.. Vorrei solo avere dei dubbi e confrontarmi, e non sentenziare..

Non ved