lunedì 7 luglio 2008

Poste delle mie brame...


La storia è ormai antica, fa parte di quel bagaglio di leggende che noi antichi milanesi ci tramandiamo di generazione in generazione. Sono circa sei anni che siamo abbonati a varie riviste, Panorama, La Cucina Italiana, Focus, Focus Storia. Ci abboniamo (non è plurale maiestatis, parlo di me e della fidanzata) perché è conveniente, costa circa il 50% in meno. Questo non significa che, anche se ricevo solo la metà dei numeri, per giunta in ritardo, debba rallegrarmi.
Son sei anni che la storia va avanti, ogni tanto, ovvero uno o due mesi, iniziano a sparire i Panorama che, con il nostro abbonamento dovrebbero arrivare al massimo il sabato.
Non arrivano. Oggi è lunedì, sono le 11.54 e nulla, il postino è passato e se ne è andato, l'avrà spaventato il dobermann o il sottoscritto che puliva l'M4 in bella vista, chissà.
Sabato, visto che mi hanno tirato giù dal letto a mezzodì, ho deciso di chiamare l'ufficio recapito per esporre il problema, manco a dirlo mi risponde una donna, quello che ha detto non l'ho capito bene, parlava un dialetto a me sconosciuto, fatto sta che, in teoria, ha blaterato qualcosa tipo "ennoi che ccippossiamo ffare". Ecco, sono cose che mi mandano in bestia, "cosa possono fare"? Possono, intanto consegnarmi la posta. Perchè non son solo le riviste, proprio non arriva nulla, ma non solo a me, in tutto il quartiere. E non è che abitiamo in postacci a malapena raggiunti dalla corrente elettrica, siamo a cinquecento metri dalla posta.
A nulla è valso chiamare mezzo mondo, apparentemente non esiste alcun responsabile per l'Ufficio Recapito, ci son solo un paio di sbandati che non parlano italiano, italiano del nord per lo meno, sapete quello con i verbi che comportano una coniugazione ed un tempo. Ora son qui, mentre scrivo, attaccato al telefono, pronto a prendere per il collo il primo sfigato che mi risponderà.
"Perchè non viene qui? (Tradotto dal meridiolese)" mi hanno detto due giorni fa. Certo, sono un metro e novanta per cento chili ed incazzato come una bestia, vengo lì e spera che il vetro (spesso) ti protegga, perchè ti smolecolizzo se mi capiti tra le mani, testa di birillo!
Fantastico notare che il telefono fa il caratteristico tuu... tuu... tuu... dello "staccato" non del semplice occupato. Alla fine 'sta mattina ho chiamato la Mondadori, sempre gentilissimi, mi hanno prolungato di una settimana l'abbonamento e regalato la consegna espressa, lo fanno tutti gli anni, non cambia nulla.
Nulla, sempre staccato, idea, chiamo gli uffici Bancoposta e, come sabato scorso, gli dico che il telefono dell'altro ufficio è staccato, sabato ha funzionato, hanno risposto.
Occupato.
Continuiamo con l'anedottica, quattro anni fa, preso dalla disperazione, chiamai i carabinieri. Giuro. Risultato? Ricevetti la posta due ore dopo, ma un metro cubo di posta.
Ecco che l'ufficio Bancoposta ha risposto, ho esposto il problema, ha detto di riprovare l'Ufficio Recapito in cinque miuti.

Cinque minuti dopo...

Hanno risposto, il solito "differentemente milanese".
Va a cercare.
Attendo, in sottofondo un uomo che timbra. Il tipo, incredibilmente si ricordava di me. Chissà come mai.
Continuo ad attendere, qualcuno continua a timbrare fischiettando.
Ora litigano nella loro lingua, io son qui con l'orecchio che si arroventa sulla cornetta, metto in viva voce ma non capisco ugualmente, troppo casino da parte dell'uomo che timbra e fischia. Sembra parlino del postino, ma non ci giurerei.
Bene, lì non hanno la mia copia dispersa.
Dicono che forse ce l'ha il postino (ribadisco, il postino è passato un'ora e mezza fa ed ha tirato dritto) e che forse me la consegnerà, perché questo è nuovo e non conosce le strade (!?), cioè, come se io mi mettessi a fare il biologo molecolare, ah no, per quello ho una laurea. Come se io mi mettessi a fare il tassista, ma dico, regalategli un GPS, ma di quelli esplosivi che usano i terroristi.
Siamo rimasti che, se non dovessero consegnarmi la rivista... dovrò richiamare.

Conclusione:
Son passati venti minuti, è arrivato qualcuno in scooter senza casco, ha infilato la rivista nella cassetta ed è scappato. Mi sorge un dubbio... ma non è che la telefonata...

Ora, a 'sti lesi lo stipendio al 65% glielo pago con le mie tasse per cui; primo, voglio che assumano solo gente del luogo. Secondo, esigo che, chi risponde al telefono sia cortese e parli italiano. Terzo, pretendo che la posta mi venga consegnata, non a caso, ogni tanto ma con regolarità.
Un sogno? Quasi certamente.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono assolutamente solidale con te. Pensa che quegli stronzi fischiettano mentre c'è un utente incazzato al telefono... ma non è colpa loro, sono malati: si chiama sindrome da inpunità. Speriamo in Brunetta ma ho poche speranze...

Io lavoro ad uno sportello pubblico particolarmente "trafficato" e se mi metto a ridere e scherzare mentre che so, è stata smarrita una pratica, mi prendo un destro sul mento....
Mah...

Come per le Università, così per i posti pubblici, le case popolari e i servizi sociali l'accesso deve essere TERRITORIALE! Sia per questioni puramente logiche (non si capisce perchè un sardo debba lavorare alla Prefettura di Trento) sia per questioni di efficienza...

Colgo l'occasione per ricordare a TUTTI i lettori di questo blog che LA TOTALITA' dei dirigenti pubblici e degli organi di polizia è di origine meridionale per tenere a bada le regioni intellettualmente ed economicamente più floride del paese. La ribellione da queste parti sarebbe atto ovvio e banale senza adeguati "controllori" proveniente dal sud.
Come già detto senza di noi la gente del sud morirebbe davvero per un raffreddore...
E lo sanno.

Consiglio per chi vuole avere la vita totalmente stravolta: leggete "Basta con questa italia", dell'avvocato Marco della Luna.
Detto da un bibliofilo come me vale davvero la pena, ma occhio... poi non si è più li stessi...

Anonimo ha detto...

Vi lascio anche il link del libro, ma se lo leggete e non dormite più poi non prendetevela con me....

http://www.ilconsapevole.it/vetrina_libro.php?id=15421